Il filo che lega gli spettacoli del CETEC è la volontà di integrazione attraverso l’arte e il “racconto di sé”. Partendo da storie di marginalità, la regista Donatella Massimilla “sovverte l’esclusione”
collabora con numerosi attori di differenti nazionalità, provenienti da diversi scenari ed esperienze artistiche,
e compone così gruppi molto eterogenei. Il denominatore comune è l’appartenenza ai luoghi del disagio e della marginalità: detenuti ed ex detenuti, persone diversamente abili, soggetti che soffrono di disturbi psichiatrici, senzatetto, donne a rischio di emarginazione e artisti impegnati su vari fronti nella lotta per l’integrazione dei soggetti svantaggiati attraverso le arti. Nella ricerca artistica del CETEC
la drammaturgia si intreccia profondamente con “l’auto-drammaturgia”
degli artisti coinvolti e delle persone incluse, per restituire sul palcoscenico non solo “storie” teatrali ma soprattutto vissuti e possibilità di cambiamento.
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30 anni di attività dentro e fuori. Il palcoscenico come uno spazio libero dove creare e re-esistere.
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